Sentiero degli Dei

C’è un posto in Campania, in Costiera Amalfitana, dove le rocce e le pareti stapiombano nel blu cobalto di un mare stupendo. A dividere tutto ciò una piccola traccia percorsa ormai da milioni di persone ed un nome che riesce a far capire la grandezza di questo posto …Il sentiero degli Dei. Ognuno di noi ha il suo Dio, ogni religione ha un Dio, chi non crede in niente ha come Dio se stesso. Da sempre per identificare le cose più belle si usa venerare un Dio per averlo creato. Il sentiero degli Dei oltre ad essere un posto di bellezza assoluta, non è solo spettacolo visivo ma è odore, polvere, sudore e fatica.

Un’ opera Bellissima puoi ammirarla per ore, restarne abbagliato ma non sarà mai come percorrere una galleria d’ arte in cui ogni passo è una scoperta, così il Sentiero degli Dei regala sempre un nuovo scorcio, ogni angolo ti ruba gli sguardi , ogni panorama e baratro ti toglie il fiato. Un particolare curioso della mattina in un messaggio con il mio amico Ugo Ferrero che aveva passato la notte al “Giardino Degli Dei ” , nel Parco Nazionale del Pollino conferma la mia teoria dei nomi degli Dei legati a posti bellissimi. C’è una frase in un Film molto famoso tra i miei preferiti, credo tra i 10 colossal più belli di sempre in cui Achille davanti ad una Briseide bellissima ed intimorita dice : ( dal film Troy)

“Ti dirò un segreto una cosa che non insegnano nei templi, Gli Dei ci Invidiano… ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento potrebbe essere l’ ultimo, ogni cosa è più bella per i condannati a morte, e tu non sarai mai più bella di quanto sei ora… questo momento non tornerà…”

Ecco gli Dei ci Invidiano perché lo hanno creato e non possono percorrerlo….

Partiti alla buon ora da Terranova di Pollino siamo arrivati ad Agerola intorno alle 10:30, la giornata calda e il cielo leggermente velato ci hanno permesso di non patire particolarmente il caldo. Appena partiti il panorama diventa subito spettacolare casette arroccate su pareti a strapiombo e coltivazioni a Terrazzino riportano indietro nel tempo, quando il Sentiero non era percorso solo per turismo ma era segnato dalle fatiche e dal sudore di chi per scelta o per necessità percorreva questi sentieri. L’obbiettivo della giornata era quello di percorrerlo andata e ritorno fino a Nocelle. Una sosta per un panino e una fresca granita al limone contornata dalla vista stupenda di Positano hanno preceduto il nostro rientro.

I 6 km percorsi all’ andata non hanno pregiudicato il nostro ritmo del rientro, intervallato da soste fotografiche e una piccola pausa in un posto particolare dove la gente si ferma per creare delle piccole strutture con pietre sospese e lo stone balacing:

Pietre in equilibrio è una forma di espressione artistica consistente nella realizzazione di composizioni fatte con pietre poste in equilibrio una sull’altra, che in apparenza sembrano essere fisicamente impossibili.

Nell’ ultimo tratto di rientro la luce e i colori diventano ancora più belli. Ci avviciniamo al tramonto portando con noi l’ emozione e il ricordo di aver passeggiato al cospetto degli Dei …

Dati Tecnici:

Partenza : Agerola-Bomerano

Arrivo : Nocelle

Percorso: Andata -Ritorno

Distanza : 12 km

Durata : 7 ore

Dislivello : Dsc 718 – Asc 683m

maggiori info :

http://www.pollinoadventure.com

Pasquale Larocca 3497561474

http://www.ivytour.it

A Silvia … compagna di viaggi !

Pasquale Larocca

” Pollino Adventure il nostro stile di vita..”

Pollino Marathòn ( dietro le quinte di una grande manifestazione )

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Sono Passati 17 anni,  fù la prima volta che sentii parlare di una gara di MTB vicino casa. Non fui tra i primi 80 partecipanti quell’anno, ma il secondo anno non mi feci scappare l’occasione e da allora è diventata un appuntamento fisso. I primi anni mi hanno visto  gareggiare   come atleta oltre che come collaboratore per tutta la parte sicurezza insieme agli amici del Soccorso Alpino Basilicata. Nel 2013 quando la gara lascia San Severino Lucano per spostarsi a San Costantino Albanese mi assumo la completa responsabilità di tracciatore dei nuovi percorsi. La mia profonda conoscenza di ogni angolo delle mie montagne mi porta a sviluppare di anno in anno un percorso molto molto tecnico, divertente ma anche molto molto impegnativo.

Sono tre i percorsi: Escursionistico, Medio fondo e Marathòn.

Con questi tre percorsi mettiamo a dura prova ogni singolo partecipante, persino gli escursionisti sono tenuti ad alzare leggermente il loro livello per riuscire ad affrontare il mitico Pollino, ma questa è la Pollino Marathon… lascia il segno e il ricordo delle fatiche ogni anno. Il medio Fondo mantiene un livello accettabile di difficoltà. Dopo la salita iniziale e il bellissimo Singletrak di Piantano Grande il percorso non presenta molte difficolta su sali e scendi molto veloci.

La punta di diamante dei nostri percorsi è il Marathon… un percorso che per capire devi pedalarlo, un percorso che non ti lascia respirare, un percorso che se non affronti con la giusta preparazione ti distrugge. In poche parole un percorso Estremo, và  gestito bene, la parte più dura inizia al 40 km, dopo il sigletrak( Lanzatico) si scende a quota 600m s.l.m. per poi risalire di nuovo a quasi 1300m.  Negli ultimi tre anni il percorso ha subito delle piccole variazioni che lo hanno reso più impegnativo.Qualcuno nelle retrovie lo trova troppo impegnativo, ma quello che abbiamo notato negli ultimi tre anni ci lascia un po’ riflettere: il percorso diventa più impegnativo e i tempi dei primi rimangono pressoché invariati. Grandi campioni  si stanno e si sono misurati sul nostro percorso, hanno tirato fuori il meglio di loro, hanno giudicato il percorso impegnativo ma molto molto bello. Abbiamo ricevuto complimenti da tutti i primi arrivati e anche dal campione di ciclismo Domenico Pozzovivo. Con questa ottica e un livello di bikers che cresce sempre  di più , sono fortemente convinto che i percorsi impegnativi tirano fuori i campioni, che i grandi atleti vengono stimolati a tirare fuori il meglio di loro stessi. Il Pollino rimane sempre il Pollino, la signora delle marathòn non è da tutti e per tutti. Solo se vivi l’avventura dei suoi sentieri, del clima festoso e ospitale dello staff e della piccola cittadina di Terranova allora non potrai far a meno di ritornare.

Cosa c’è dietro le quinte della PollinoMaratòn? Prima di tutto uno staff qualificato, testato e rodato in 17 edizioni. Luciano Ciminelli patron della manifestazione con tutte le sue competenze, contatti, amici e esperienza fatta sul campo da ideatore e portabandiera della gara. Pasquale Lufrano e famiglia ( vice presidente della Pollinobike), addetto agli sponsor, logistica, premiazioni, pacchi gara, pasta party volontari ecc…. Elisabetta e Francesco Ciminelli, marketing, comunicazioni, visibilità ma anche lavoro manuale sul percorso e in partenza. Pasquale Larocca ( direttore di organizzazione ) tracciatore,  responsabile sicurezza e lavoro manuale sul percorso. Dietro di noi ma non meno importanti oltre 100 volontari tra  protezione civile, soccorso alpino, avis, sci club, vigili del fuoco, croce rossa  volontari al pasta party, volontari sul percorso e sui ristori, alla partenza  e sostenitori .

Inoltre le forze dell’ordine : Carabinieri, Carabinieri Forestali, 118.

Le istituzioni: comune di Terranova di Pollino, Parco nazionale del Pollino, Regione Basilicata, Area Programma

Infine gli sponsor L&B Sport, CMP, Zero5, Acqua San Benedetto, F.E.V.I Frutta

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GRAZIE A TUTTI E ARRIVEDERCI AL 2018 ….. e saremo MAGGIORENNI !!!!!

Pasquale Larocca

 

Trekking delle Murge

 

20170522_103034[1].jpgQuesta escursione, propone un viaggio nella storia geologica del Parco del Pollino quando esso era ancora un oceano in formazione. Infatti Timpa delle Murge è uno splendido esempio di affioramenti ofiolitici, cioè pezzi di crosta oceanica portate in cima alle montagne dagli eventi tettonici che hanno provocato la formazione della catena appenninica. Si tratta di un’escursione abbastanza facile della durata di circa tre ore in un ambiente magnifico tra pini e ginestre. Il punto di partenza ideale è Terranova di Pollino da dove si prosegue in direzione Casa del Conte per circa 4km. Nei Pressi  di una fontana si svolta a destra e si sale ancora su strada asfaltata per circa 800m. Si parcheggia alla fine dell’asfalto da  dove inizia il sentiero riconoscibile da un  cartellone illustrativo. Da li in poi si prosegue lungo un sentiero non perfettamente segnato che porta verso la parte alta delle Murge.20170522_113117[1].jpgDopo una sosta  sulla prima cima, da dove è possibile ammirare quattro  delle cinque vette più alte del Pollino   si riparte seguendo la  cresta per raggiungere la cima più alta a 1450m s.l.m. La visuale diventa a 360° e nei giorni limpidi è possibile vedere gran parte della valle del Sinni e addirittura il mare. 20170522_113420[1].jpg Anche se non si tratta di una vetta  molto alta ” Timpa delle Murge” regala comunque il fascino della conquista della cima grazie  dalla splendida visuale. L’itinerario prosegue ora in discesa verso la sorgente “Catusa”, un posto incantato immerso tra grossi faggi e muschio, luogo ideale per raccontare qualche storia sui Briganti. Dopo una sosta ristoratrice si rientra lungo la strada sterrata .

DATI TECNICI :

Quota partenza:  1200m slm

Quota max : 1446m slm

Dislivello : 300m

Distanza : 6km

Durata trekking :  3 ore

GALLERIA FOTOGRAFICA

info e contatti : 3497561374 info@pollinoadventure.com

 

p150Rovaniemi La sfida al circolo polare artico 

15 Febbraio 2017

Dopo una mattina  di lavoro sulle piste da sci ad ora di pranzo ricevo la visita di Giuseppe e Mara per augurarmi buona fortuna e consegnarmi qualche gaget. Si pranza assieme e poi di corsa verso casa. C’è  tutto il materiale da ricontrollare, sciolinare gli sci e per ora di cena incontrare gli amici di skialper.Dopo una bellissima serata a parlare di montagna alle 24.00 chiudo definitivamente i bagagli, alle tre di mattina Rocco ( cugino sempre disponibile ) mi accompagna all’ aereoporto di Bari

16 Febbraio 2017

Le poche ore di sonno della notte passata di fanno sentire, penso e importante riposare  bene.A Milano incontro il mio socio e compagno di avventura Giovanni Roveri, una persona speciale, un fortissimo atleta. Insieme decolliamo  per Helsinki, inizia la nostra avventura insieme. Giovanni è una persona straordinaria, ha fatto cose incredibili ha gareggiato in giro per il mondo ed è  uno dei 5 italiani ad aver completato ” Tour Divide ” dal Canada al Messico 4480km in 20 giorni. Subito ne approfitto per chiedergli consigli su  come affrontare la 150.

Alle 13.00 è  prevista la riunione gara, in cui viene scupolosamente controllato il materiale obbligatorio da portare  al seguito. Bisogna essere autosufficienti e pronti ad affrontare ogni situazione, unici riferimenti  sono cek point obbligatori da toccare .Il breefing  e’tutto in inglese e comincio ad andare nel panico capisco solo squalifica squalifica ,  pericolo  pericolo, lupi  lupi e ipotermia ipotermia , cominciano bene ….

Intanto Giovanni rischia di essere squalificato avendo saltato il breefing delle 11:00 per i partecipanti della 66. Dopo ripetute sollecitazioni riesce ad averne un’altro alle 19.00.

Ritiro il mio compagno di avventura ” la pulka ” uno slittino allestito per essere trainato.

Scatto una foto con il patron della manifestazione, un personaggio…. ma con una grande carica e voglia di fare e pronto a squalificati.

18 Febbraio

Seguo i consigli del mio nutrizionista Tommaso Ciccimarra per quanto riguarda la colazione e poi verso la partenza con la mia Pulka allestita da gara. Nel preparare il materiale oltre a quello  obbligatorio ho messo della roba in più ecco cosa ho portato :

Sacco e pelo -40 ,materassino lampade frontali  e luce posteriore con batterie

inoltre : tre paia di guanti, due occhiali, una maschera da neve, un passamontagna, kit pronto soccorso, due paia di calze, un ricambio completo, una giacca in goretex , un piumino leggero e uno pesante, due borracce di bevande e cibo  per circa 7000 calorie.

Ci siamo, siamo alla partenza firmo l’ingresso in gara e vado verso il punto in cui daremo sfogo alla voglia di partire.

La carovana è  partita le fatbike partono a razzo e mi rendo subito conto di aver sbagliato alcune cose, la pulka si ribalta in continuazione e quello che ha vinto l’ edizione 2016 è  partito con gli sci da skating mentre io con quelli da classica e per giunta con le squame. Mi fermo subito per sistemare la pulka e cambiare gli sci e intanto divento Ultimo. Cambio il tutto velocemente sistemo il carico sulla pulka e riparto in recupero fino al primo cekpoint a circa  11km. Il tempo è  bello la neve è  veloce e procediamo di gran ritmo, il paesaggio è  da  favola, attraversiamo laghi e fiumi ghiacciati, villaggi e boschi selvagi.

Ci alterniamo avanti con Giovanni Bonazzi, ha vinto la 150 l’ anno scorso e corre per la 300, mi da qualche consiglio e mi dice che siamo entrambi in testa alla corsa. In uno dei checkpoint  si  ferma un po’ di  più,ha freddo alla mani, io firmo e vado avanti. Attraverso un Ponte ghiacciato sul fiume molto pericoloso   dove nelle scorse edizioni un concorente e stato trascinato in acqua dalla pulka . Poco piu avanti in un dosso rombo gli sci da skating. …. cavolo !!! Che disastro ! Cambio gli sci senza perdere la calma ma sono consapevole che non potrei essere più competitivo e veloce come prima. Fisicamente però  mi sento apposto e continuo di gran ritmo.

Ricordo le parole del breefing,tradotte da un amico,  dovrei trovarmi nella zona del ” lupi curiosi ” , volevo arrivarci prima del buio invece  ne faccio un pezzo al buio.Il mio programma di gara era arrivare per le 19 circa all’ unico cekpoint al chiuso intorno al 90 km. Credo di farcela negli ultimi 10 km inizio ad avere problemi con la lampada frontale, il freddo la blocca ….. sono al buio. Ho la frontale di scorta nella sacca ma è tutto congelato e con quel freddo non posso scoprire le mani, manca poco al cek e continuo al buio. Arrivo, mangio mi cambio la roba sudata e bagnata e devo decidere il da farsi : dormo qualche ora al caldo ? Parto e tiro  dritto sfidando la notte artica? Deciso ! Tiro dritto e parto. Dopo qualche km mi rendo conto che il freddo alle mani e hai piedi iniziava a farsi sentire, avevo indossato un piumino leggero e non volevo accaldarmi troppo perciò ero partito tranquillo. Il freddo invece mi obbliga ad aumentare il ritmo a produrre calore e mandare in circolo il mio sangue. Nel frattempo inizio a pensare al prossimo chekpoin che è  quello più lontano ma è  l’ unico posto sicuro che viene in mente . Passano le ore il freddo la stanchezza sono logoranti il cielo si  colora di striature accenni  di Aurora boreale. Ogni tanto mi volto quasi a volere qualcuno che mi raggiunge e mi tiene compagnia, ogni tanto mi distraggo i forse mi addormento mentre scio e mi ritrovo a terra senza un motivo. La strada continua in salita completamente lastrata di ghiaccio, gli sci non tengono e scivolano indietro vado parecchio di braccia ma sono lento. Ecco una lucina avvicinarsi e raggiungermi è  il primo corridore e piedi un italiano … ci incitiamo a vicenda e andiamo avanti. Nei teatri un po veloci la pulka avanza sul ghiaccio e si ribalta continuamente … ho paura di perdere il numero o la luce posteriore  lampeggiante  ( verrei squalificato). Continuo deciso, ho il viso completamente incrostato  dal ghiaccio, barba cigle e sopracciglia. Un’ altra lucina sopraggiunge, la prima donna con gli sci , ha uno zaio e non la pulka gli sci lisci  ed è  molto veloce ( farà il record con 22 ore). Provo a stargli dietro per un pezzo ma è molto veloce e dopo un po mi stacca. Le donne del Nord sono delle macchine da guerra anche con la bike l’ anno scorso ha vinto una donna e quest’ anno era tra i primi tre .Qualcuno che aveva fatto questa gara mi aveva detto che il sonno e la stanchezza poera ad avere allucinazioni, adesso non saprei dire se lo immaginato, sognato ho sentiti realmente l’ ululato e il richiamo dei lupi . Continuo senza fermarmi  sono 7 ore che non mi fermo, non arriva mai questo chekpoin? Ti accorgi di esserci vicino quando inizi a sentire puzza di fumo, il fuoco,  l’ acqua calda le firme, un telo sorretto da quattro pali e qualcuno che dorme nel sacco a pelo .Mi sento esausto bevo qualcosa di caldo e sto un po’ vicino al fuoco. È  solo un caldo apparente perché sulla schiena sento gelare tutto,a tratto mi addormento e rischio di cadere sul fuoco, devo ripartire non posso lasciarmi avvolgere da questo tepore, devo reagire devo stringere i denti e ripenso al cammino che mi ha portato fino qui,  Quante ore trascorse in montagna, quanti km percorsi, inseguendo sogni certezze e paure e adesso dovrei arrendermi. BALZO in piedi in un attimo preparo la slitta la collego e ricomincio a sentire il mio battito il mio orgoglio e la mia testardagine …. 35 km all’arrivo quanto la Sila 3 Vette ma dopo averne fatti già 115 . Intanto Albeggia almeno la paura del freddo e della notte diminuisce , mi sfiorò il viso con il guanto e mi accorgo di avere una maschera di ghiaccio, dalla lampada frontale scendono candele di ghiaccio davanti agli occhi. Nevischio e da freddo all’arrivo scoprirò che ci sono alle 11 -17 e stanotte quando saranno stati ? Non lo so di solo che ho avuto tanto freddo …. Ultimi cek point  mancano 11km in un lago ghiacciato con rumori strani e crepe dappertutto …. Non ci penso vado avanti …Non mollo !!! Vedo rovaniemi non ci credo sono apatico stanco e poco lucido , sbaglio strada come un pivellino non mi perdo nei boschi mi perdo in città mi ripeto …. provo a tagliare un un fuoripista per rientrare più velocemente ma sptofondo fino alle ginocchia, torno indietro quarto la bussola dovevo mantenermi più a sx. Dopo vado giro ritorno sul percorso vedo il Po te , la partenza l’albergo la firma . Arrivato finito, si congratulano con me saluto e vado verso l’uscita …. mi urlano in inglese di fermarmi mi abbracciano mi dicono in intese dei il primo con gli sci …. mi fanno un panino l’acqua la coppa le  medaglie  un buono e ancora non capisco …. loro sorridono io incredulo mi scattano una foto e esco dalla stanza. Giovanni mi aspetta e si complimenta io ancora non  ci credo …..

Winter challenger Sila Tre  Vette 

 Quando da un articolo letto su Facebook ho appreso di questa manifestazione in Calabria, precisamente a Camigliatello Silano, il mio primo pensiero è  stato: ” cavolo!  Ho fatto le cinque vette del Pollino, le Seven Summit Lucane sarebbe bello fare la Sila tre Vette. Poco Tempo dopo ho appreso che il primo classificato avrebbe avuto accesso alla Rovaniemi150 in Finlandia. Sicuramente la prima cosa che ho pensato è  stata : cavolo sarebbe bello ….

Intanto i miei allenamenti continuavano come al solito, ma con un piccolo pensiero che piano piano di faceva spazio nella mente. Vabbè ci provo mi sono detto …! Faccio l’iscrizione e comunico agli amici il mio obbiettivo. Ecco adesso non si torna indietro. Tra un allenamento e l’ altro arriva il giorno della partenza. Direzione Camigliatello Silano, una località a me molto cara, dove 30 anni fa ho gareggiato per la prima volta, ricordi  indelebili nella mente. Verifica Iscrizione e briefing per fare e poi qualche ora di riposo …

Non riesco a riposare per niente e troppa la voglia di partire …Ultimo controllo allo zaino e si va verso la partenza 

  • Incontro gli altri atleti di cui quattro con gli sci, ecco i miei concorrenti penso tra me è me.Scambio qualche parola con loro e  capisco da subito chi è  quello più accreditato. Un professionista di gare di lunga distanza,Giovanni  Rovieri arriva dal Piemonte e ha un palmares da brivido con gare di lunga distanza in giro per il mondo. Ok ! Mi ripeto nella mente provo a giocarmela ma dentro di me sento di temerlo. Ci siamo arriva il presidente della Regione Calabria  che da l’imbocca al lupo a tutti.Start si part si  inizia a correre dentro Camigliatello e capisco subito che sarà dura ( non ho mai visto nessuno correre così con gli scarponi da scialpinismo ) dopo 1km ha già 500m di vantaggio. Partiamo tutti molto forte e appena nel bosco preso dalla voglia di non farmi staccare molto sbaglio per due volte percorso. Mi fermo prendo fiato e mi dico che così non va bene, non sono lucido …Riparto con il mio ritmo intanto nei vari pezzi in cui levo gli sci i corridori a piedi passano avanti, sono più veloci di me! Mi chiedo se non ho azzardato molto a non usare le pelli e ne ho conferma appena la salita impenna.  Intanto penso al mio avversario diretto che sale come un treno e  io che arranco perdendo colpi. Salendo di quota la nebbia ci avvolge e tutto diventa più difficile, arrivano i primi dubbi incontro  gente che ritorna sui suoi passi e chi mi dice di Tornare indietro. Mi fermo prendo fiato e penso: devo trovare il rifugio a Monte Curcio per vidimare il passaggio. Non vedo più segnali do un’ occhiata alla bussola ma il mio istinto mi suggerisce una direzione, la prendo ed è  quella giusta … Il mio diretto avversario è  avanti e già verso il secondo obbiettivo. Decido di non fermarmi per rifocillarmi,  riparto subito in discesa che mi accoglie con un bel capitombolo, mi rialzo e riparto. La pendenza e diminuita e il mio motore gira meglio, posso spingere di più. Sono sulla strada delle vette, sto bene e vado come un treno fino a Botte Donato, arrivo al Rifugio e gli amici del Soccorso Alpino mi dicono che è  uscito un minuto prima di me,puoi prenderlo!!! Prendo un thè,  una coca cola e riparto. Vedo la sua luce sempre più vicina e in un tratto in leggera salita lo supero  mentre cambia le pelli. Scoprirò  alla fine che Giovanni  cmq ha avuto problemi anche con le pelli .Ok sono davanti ! E adesso ? Non posso permettermi errori ma non posso neanche andare piano, spingo al massimo, mi gioco tutto oppure scoppio. Mi giro un paio di volte non vedo e non sento niente e spingo ancora. Le gambe di fanno pesanti il respiro è  sempre alto i battiti sicuramente fuori soglia ma non mollo. Inizia la discesa fra salti  di rami caduti, curve a gomito e visibilità  di qualche meteo mi ritrovo a sciare sull” asfalto su cui cado rovinosamente. Mi rialzo e riparto ricordando le parole del briefing “all’ asfalto sentiero a sx. Si ritorna a Salire, sento le mie gambe come due pistoni di Caterpillar, so che non devo mollare in salita con le pelli Giovanni sarebbe più veloce. Dopo una lunga e ultima salita di scende di nuovo, ed un certo punto mi ritrovo in un posto che riconosco ., ” la Valle dei Porcini ” …. sento il profumo della vittoria e alle 3,45  arrivo a Campo Carlomagno e realizzò che andrò alle 150rovaniemi. … che gara ragazzi !!!
  • VADO IN FINLANDIA,  GRAZIE GIUSEPPE GUZZO , GRAZIE MARA CARCHIDDI, GRAZIE SILA TRE VETTE, GRAZIE A ME ALLE PERSONE CHE HANNO CREDUTO.
  • PASQUALE  LAROCCA 
  • @MAESTRODISCIPASQUALELAROCCA

Le cinque cime del Pollino (il report di un gruppo di partecipanti …. bellissimo da leggere!!!)

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06/07/2016
avventura 5 cime con bivacco vista da 3 lucani
#sedalmontevuoisoccorsomenailpelopiùdell’orso
Partenza da Potenza per raggiungere agip di Francavilla in Sinni per radunare la ciurma.
Uniche info a noi note circa la composizione della compagnia sono quelle dei partecipanti al gruppo whatsapp creato dal mitico Pasquale, guida impeccabile del Parco del Pollino e da quel momento in poi unica guida per tutte le nostre avventure……..
Oltre noi 3, un certo numero di partecipanti (poco influente per noi) ma soprattutto due nomi di quote rosa, Maura e Cristina. Subito parte la toto composizione ciurma………l’idea che più ci piace????
Pensiamo a due amiche sole solette alla prima esperienza di trekking che avranno sicuramente bisogno di aiuto ed attenzioni. Quindi parole d’ordine, non dare confidenza ad individui maschi del gruppo e dedicarsi esclusivamente a loro.
Arrivati all’agip via con le presentazioni. Gruppo di giovani brindisini, tra cui ragazzotto alto e prestante, Luigi, abbigliato e attrezzato di tutto punto di accessori mimetici, i fratelli Simone detto Stefano e Davide, accompagnati dalle rispettive dolci metà, Maura e Mara, soprannominata fin da subito la ragioniera, per motivi che un giorno forse scoprirete. A questo punto la nostra idea delle due amiche sole solette inizia a vacillare.
Altro gruppo consolidato direttamente dalla Calabria saudita, composto dalla coppia più bella del mondo Franco e la signora Grinta ed una spasimante, Chiara. Lorenzo e Tonino, che già a primo acchitto sembrano grandi intenditori della questione………….bivacchi.
Mancano all’appello altre due persone dice la guida per antonomasia, Pasquale. Allora pensa e ripensa, ultime speranze della coppia di amiche……..beh sicuramente Cristina porta un’amica che non è nel gruppo Whatsapp.
Benissimo………..piacere Cristina, piacere Mimmo.
Chiaramente i nostri sogni pindarici svaniscono prima ancora di mettere lo zaino in spalla. L’unica cosa a tenere un po’ su il morale in quella stazione di servizio è il decoltè della barista.
Il gruppo è pronto si parte. Lasciate le macchine, ci carichiamo di zaini colmi come quelli dei soldati nelle campagne russe. Quando sembriamo sopraffatti dal peso fortunatamente arriviamo a Piano Gaudolino.
Qui mettiamo in mostra tutta la nostra praticità nel montare le tende, lasciamo gli zaini e si parte per Serra dei Preti. Iniziamo a salire con la borraccia dell’entusiasmo colma, dopo la boscaglia ci rendiamo conto che c’è ancora un bel po’ di salita da fare. È qui nasce una prima riflessione: “Perché l’uomo ha questo rapporto di sfida con la montagna???? Perché????”
Da Lagopesole giunge un’idea: “Perché l’uomo non si fa mai i fatti suoi e soprattutto il Vajont si poteva evitare”.
Arrivati in cima, da intenditori della montagna proviamo ad accendere un sigaro toscano, e proprio in quell’istante ci rendiamo conto che “in montagna c’è vento da tutti i lati”.
Scendendo scendendo si iniziano a definire, come nei più grandi giri a tappe di ciclismo, i ruoli all’interno del gruppo. Mimmo e Cristina stanno già cenando quando gli altri sono ancora alle prese con i sentieri e soprattutto quando, senza fare nomi, Mara, inizia ad accrescere la sua sensibilità con le suole delle scarpe e a prendere confidenza col brecciolino.
Oh finalmente si cena, Pasquale si cuoce un po’ di pasta, Mimmo e Cristina cenano con pietanze a noi sconosciute da quando siamo stati svezzati, iniziamo a trovare un po’ di feeling culinario con quelli della Calabria saudita, polpette e pecorino homemade. Noi tagliamo come si suole qualche capo di sauzizza e lo offriamo alla comitiva. Cristina educatamente rifiuta più volte, ma noi ci riproviamo finchè capiamo che era
inutile insistere. Ancora non sappiamo come ci sia arrivata la novella, che lei è vegetariana. Un po’ di vinello che non tutti bevono e poi in tenda.
Sveglia di buon mattino udendo quel soave e dolce suono di campane di vacche tutto intorno a noi. Colazione……..con tarallo aviglianese e caffè freddo. Il cielo fortunatamente ha mandato al nostro bivacco la signora Chiara, che da buona donna del sud ha portato la macchinetta del caffè. Dopo un incerto: no grazie al caffè caldo………le abbiamo fatto rifare il caffè due volte.
Pronti si parte, dopo che tutti o quasi (chissà Lorenzo a chi pensava quando Pasquale parlava) caricano un bel po’ d’acqua che debba durare per tutta la giornata. Oggi tappa epica….Pollino e Dolce Dorme.
Dopo un’oretta di cammino inerpicandoci in irti sentieri, usciamo dal bosco e vediamo i primi pini loricati da vicino. Piccola sosta con vista su viadotti e galleria della Reggio Calabria, che ispira un profonda riflessione: “Pur di non fare salite e discese, l’uomo ti ha bucato le montagne” invece noi continuiamo a salire e scendere ……..a piedi per di più.
La salita [ bella tostarella e qualcuno lasciando il sentiero, cerca di prendere la cosa più dolcemente, inghiana dritto per dritto per accorciare…… e proprio quando siamo quasi in cima che capiamo fino in fondo la risposta del compianto Marco Pantani alla domanda: “Marco perché vai così forte in salita? Per abbreviare la mia agonia”.
Arrivati in cima ognuno pratica i suoi riti propiziatori, c’è chi fa foto, chi gira dei brevi video, chi fa un sorso di vino e chi spera che ci sa ancora salita e non discesa.
Prendendo un po’ fiato guardiamo la prossima cima da affrontare: il Dolce Dorme, la più alta…..e si vede.
“Caro mio quella è tosta”, dice un gitano, e l’altro prontamente lo conforta: “Quella non è tosta, è solo una salita……..perché la puoi fare”, indicando la cima che ci aspetta; aggiunge:”quella è tosta, perché non la puoi fare”, indicando l’infinito.
Pasquale da ottimo condottiero incoraggia tutti dicendo con calma in un’oretta siamo lì. All’inizio nessuno, o meglio noi, non credevamo alle sue previsioni temporali, che invece erano sempre precise al minuto spaccato e che ci hanno fatto ricredere subito.
Inizia la discesa e ci rendiamo conto che anch’essa ha le sue belle difficoltà. Il nostro estro ci viene in soccorso e ci capiamo che affrontando la discesa con nonscialans, sorriso ed erre moscia alla francese è tutto più facile. Iniziamo ad intonare la marsigliese e iniziamo ad andare giù come dei veri stambecchi. Per di più comprendiamo due segreti tecnici: “Per scendere in scioltezza o fai una bella stretta alle scarpe o na bella stretta alla bottiglia”.
Arriviamo a Sella del Pollino e ci guardiamo con calma quello che ci aspetta che a dire la verità non sembra poi così ripido.
Iniziamo a salire, e ci rendiamo conto che quello che sembrava da giù è proprio vero……”il Dolce Dorme non è ripido……è appizzicat’ proprio”.
Il gruppo si sgrana…..Mimmo e Cristina come sempre a fare le lepri, in gran forma il signor Lorenzo che ripetendo tra se e se “è pianura è pianura” sembra essersi davvero convinto……e poi quel che rimane del gruppo. La signora Chiara, quasi allo stremo delle fora non molla, per non darla vinta alla sua rivale in amore, la signora Grinta di cui tanto parla il marito Franco.
Arrivati in cima, solite tradizioni rispettate, il signor Franco gradisce un goccio di vino e si lancia in un brindisi improvvisat:”Amm fatt’ vall’ e vallun’, brindisi faccio a sti 4 ming….”.
Ormai il gruppo non ha più segreti, o quasi, ognuno mette a nudo senza vergogna le sue mancanze. Tant’è che per scendere Mara ci ha messo circa il doppio del tempo impiegato per salire. Poco fiduciosa nelle sue suole, nemmeno la marsigliese e la stretta di scarpe (perché vino non ne beveva) sono riusciti a farla sbloccare.
Arrivati quasi in fondo, pausa pranzo………. Lorenzo evita il pasto per non farsi venire sete……ha finito l’acqua. Tranquillo Lorenzo “Quando qualcuno resta senz’acqua, una goccia ognuno e riempiamo l’oceano”.
Il gruppo sembra preferire la dieta vegetariana, i ragazzi salentini si dedicato all’inghiottimento di ortaggi crudi, ma la coalizione calabro-lucana tiene duro e procede ad affettare suini fatti a carne e ovini fatti a formaggi con coltelli comprati ad ok per l’occasione o tirati fuori dalla personale collezione come per il signor Tonino.
Si ritorna finalmente al campo base, dove tutti senza pudore mettono a mollo nella fontana freschi e profumati piedi.
“Dormito in tenda, camminato per impervi sentieri, lavati con gelide acque e senti il vigore del giovane…….lo stesso giovane che a casa per un solo decimo di febbre, mille volte avrebbe preferito farsi uccidere piuttosto che soffrire”.
Tra un sonnellino, una chiacchierata e altro arriva l’ora della cena.
Questa sera tavolata, o meglio copertata unica per cena etnica, incontro di tre regioni confinanti ma distanti culinariamente. Quando ci rendiamo conto di essere alla sagra del porco, ci accorgiamo di aver invitato anche Cristina la vegan. Allora si impugnano i coltelli e si iniziano a fendere ortaggi di tutte le dimensioni e colori per grigliarli un pochino e coinvolgere anche Cristina detta Vegan. Quando le prime tre fette di zucchine diventano nere come nu tuzzon’, c’è un cambio del menù………ciambotta.
Tutti i commensali, scettici delle qualità ciambottistiche del buon Ciccio, si ricredono assaggiando il suo ricercato piatto, tanto da costringere il suddetto a fare tre cotture della suddetta.
La serata scorre nel migliore dei modi…..non fosse per il lancinante dolore ai mennilli che ad un tratto blocca il signor Lorenzo.
Il giorno seguente il gruppo è molto più a suo agio al campo base. Di buon mattino tutti partono per i servizi igienici disseminati tutti intorno alle tende, senza il pudore che un po’ li frenava il primo giorno.
Colazione e si parte……o meglio si cerca di partire. La stanchezza dei giorni precedenti si inizia a sentire e salendo verso Serra delle Ciavole il signor Franco capisce il momento critico e dà uno scossone a tutti: “Grinta ci vuole grinta…..da quando ti svegli la mattina a quando vai a letto la sera devi avere grinta, un cuore per amare, una testa per ragionare e due …… per combattere”
Non contento: “ Nella vita per non essere un bersaglio devi stare sempre all’angolo opposto di tiro”
Spronati dal signor Franco…arriviamo a Serra delle Ciavole.
Ultima cima ….. serra di Crispo. Arranchiamo ma ce la facciamo e proprio quando ci rendiamo conto di aver concluso tutte le cime : “Se le gambe avessero paura come gli occhi non ce l’avremmo fatta”.
Si rientra al campo base e finalmente si pranza ……… finalmente finchè non assaggiamo l’affettato di lupini……
Tristemente raccogliamo tende sacchi a pelo, rifiuti (in quantità industriale) e ci rimettiamo in cammino per rientrare. Gli zaini, svuotati rispetto all’andata, sembrano essere più pesanti……..
Quando la tristezza ha raggiunto il culmine e tutti sono pronti a salutarsi……..ci viene in contro il mitico signor Lorenzo. Una delle ruote della sua auto è sgonfia……evvai un altro po’ di tempo da passare a paraculare il malcapitato che sembra non aver preso bene la cosa…….soprattutto perché anche la ruota di scorta è inutilizzabile. Quel sant’uomo di Pasquale, mandato dal cielo, ci riporta la ruota bella abbottata e si va tutti a bere una bella birretta fresca a conclusione di una fantastica esperienza montana

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Ed ecco a voi gli autori di questo bellissimo report

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CALAVERNE D’AUTUNNO

Sembra  quasi impossibile dopo il caldo degli ultimi giorni, eppure a Novembre non è raro  che con l’arrivo di perturbazioni di aria fredda le vette del Pollino si vestono di bianco. In realtà parlando con anziani abitanti di questi posti si viene a conoscenza di nevicate ancora più importanti in cui la neve scendeva anche intorno ai 1000 m s.l.m e a volte superava anche i 50cm di altezza. Per loro era una cosa normale, era l’inverno che giungeva alle porte, avevano già preparato la legna, le provviste e tutto quanto era necessario per sopravvivere al lungo inverno, con ritmi lenti e con rassegnazione sapevano già a cosa andavano incontro. Per gli appassionati degli sport invernali in ogni sua disciplina le prime nevicate sono il segnale che prima o poi ognuno di noi potrà dare sfogo a mesi di inattività e potrà cimentarsi  nella disciplina desiderata. Per gli operatori del turismo invernale rappresenta invece una speranza affinché questa stagione invernale possa essere migliore di quella passata. Come ogni anno da quando all’età di 9 anni ho iniziato ad avere un rapporto con la neve anche per me la prima nevicata rappresenta qualcosa di magico, è come rivedere una cara  amica dopo 6 mesi, ti svegli la mattina guardi le montagne e vedi che qualcosa è cambiato, i bellissimi colori autunnali sono ricoperti da un unico colore, il bianco candido della neve. In realtà anche prima che nevichi nell’aria si sente il profumo della neve. Ogni anno accade la stessa cosa, viene voglia di toccarla , di camminarci , di ascoltare il rumore mentre ci cammini sopra, di sentire il freddo del vento sul viso e di passare qualche ora lontano dalla civiltà. Anche oggi intorno alle 11 di mattina decido di fare un salto sulla neve, ne approfitto per fare una seduta di allenamento in quota ma soprattutto per avere un contatto con la neve. Alle 12.00 in punto parcheggio la macchina in località lago Duglia, prendo i bastoncini da Nordic Walking , infilo il piumino nella tasca posteriore del giubbino e inizio a camminare. Dopo i primi km che servono per riscaldare i muscoli regolare il ritmo cardiaco e della respirazione il passo inizia ad essere più deciso, in alcuni tratti inizio a correre simulando la spinta dello sci, il fisico reagisce bene i muscoli rispondono  e respiro è abbastanza regolare. Dopo 1:15′ primi di salita avvolto dalla nebbia e dalle raffiche di vento sono sulla vetta di Serra di Crispo ( 2056m) , il tempo di fare un paio di foto e giù di corsa sulla strada del ritorno. Con questo tipo di allenamento ci prepariamo ad affrontare la stagione invernale iniziando a preparare il fisico e la mente all’inverno. In tanti appassionati di sci  sottovalutano la”presciistica”tornano sulle piste pensando di riprendere dove hanno lasciato la stagione passata, questo atteggiamento è molto pericoloso perché la mente ordina hai muscoli dei movimenti che non si fanno da mesi e quindi si è a rischio infortunio. La “presciistica”  può essere fatta anche in palestra, anche se il modo migliore è farlo all’aria aperta in modo da acclimatare il corpo anche alla temperatura, poi se correndo o camminando ti trovi al cospetto di un Pino Loricato avvolto da una calaverna tutto diventa più bello.

TansPollinoBike 4 giorni

 

TransPollinoBike ( soluzione 4 Giorni )
Programma :

1° giorno ROTONDA – TERRANOVA DI POLLINO
ore 9:00 si parte dal centro abitato di Rotonda , si prosegue lungo la strada asfaltata in salita verso la località ‘’Pedarreto’’ dove facciamo una breve pausa caffè al ‘’ Rifugio Fasanelli’’, bellissima struttura ricettiva con ambiente accogliente e personale gentile. Con le Mtb, si lascia la strada asfaltata per inoltrarsi in un bosco di faggio con una salita fino a Piano Ruggio.Siamo a quota 1600m nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, pedaliamo in un ambiente incontaminato e spettacolare in direzione del ‘’ Giardino degli Dei’’.
Si lascia la strada asfaltata in prossimità di ‘’Colle Impiso’ passando per i piani ‘’ Vaquarro’’ si sale ai ‘’ Piani di Toscano. Immensi prati a quota 2000m circondati dalle 5 vette più alte del massiccio del Pollino dal quale si possono ammirare i magnifici Pini Loricati bellissimi esemplari di pini Loricati si possono ammirare sulle vette di ‘’Serra delle Ciavole’’ e ‘’ Serra di Crispo.Dopo aver consumato la nostra colazione a sacco in questo ambiente spettacolare ci prepariamo per affrontare i 18km di discesa che ci porteranno al centro abitato di Terranova di Pollino, dopo esserci sistemati nelle Camere di B&B, Hotel o agriturismo convenzionati ( in Base alle Esigenze ) ci prepariamo per degustare una squisita cena.
Dati Tecnici :
-km percorsi 45
-dislivello 1600m – quota partenza 600m – quota max. 2000m .
-Tempo di percorrenza 7 ore

Secondo Giorno: TERRANOVA – CIVITA
0re 9:00 Si parte dal centro di Terranova in direzione delle Frazioni di ‘’ vena della Ricotta’’ e ‘’Destra delle Donne’’, dopo circa 10km di salita si lascia la regione Basilicata per passare in Calabria con vista spettacolare e molto panoramica.Dopo il passaggio sotto la vetta della Falconara meta di interesse da parte di alpinisti e climber, il percorso procede prevalentemente in discesa e fatta una pausa a Colle Marcione, si continua in discesa in direzione di Civita, passando per un punto panoramico sulle gole del Raganello dove è possibile avvistare bellissimi esemplari di grifoni. Arrivo intorno alle 15.00. Sistemazione in strutture e cena
Dati Tecnici:
-km percorsi 40
-dislivello 1400m – quota partenza 900m – quota di arrivo 350mquota max. 2000m .
-Tempo di percorrenza 7 ore

Terzo Giorno: CIVITA – MORANO CALABRO
Lasciamo Civita, la mattina del terzo giorno immersi nel profumo di oleandri e il rumore in sottofondo delle gole del Raganello. Seguendo la strada asfaltata ci dirigiamo in direzione di “Eianninna” frazione di Frascineto, famosa località di arrampicata nel Parco del Pollino, il paesaggio tipico di bassa collina continua, immerso in vigneti ed uliveti con lo sfondo prepotente delle pareti del massiccio del Pollino. Dopo aver percorso una distanza di circa 30 km arriviamo a Morano Calabro. La sua posizione strategica nell’alta valle del fiume Coscile (antico Sybaris di epoca magno-greca) alle pendici del massiccio del Pollino, ha contribuito al suo sviluppo in epoca antica ed al suo splendore nei periodi medievale e rinascimentale, in particolare sotto la signoria dei Sanseverino di Bisignano. Visita al centro storico e sistemazione nella struttura.
Dal 2003 fa parte del circuito dei I borghi più belli d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il suo nome è stato inserito nella lista delle destinazioni europee del Progetto EDEN della
Dati Tecnici:
-km percorsi 30
-dislivello 400m – quota partenza 350m– quota di arrivo 600 mquota max. 600m -Tempo di percorrenza 3 ore

QUARTO Giorno: MORANO CALABRO- ROTONDA
Si riparte dall’abitato di Morano in direzione San Basile dove facciamo una breve pausa caffè nel centro de l paese. Anch’esso sorge alle falde del Monte Pollino, nel versante nord/est della catena costiera nel Parco nazionale del Pollino. È una comunità arbëreshë (minoranza etno-linguistica albanese) d’Italia, che mantiene la lingua, i costumi, il rito bizantino-greco, le tradizioni e la cultura propria.
Il percorso continua in salita per superare due passi a quasi 1200m dopo una lunga discesa rientriamo dopo 4 giorni immersi ne cuore del Pollino.

Dettagli costi e soluzioni di viaggio
– Soluzione per due persone 400.00 euro
– Soluzione per quattro persone 360 euro
– Soluzione per 7 persone 320 euro
– Soluzione per 10 persone 240 euro

Servizi inclusi nel prezzo:
– Servizio prenotazione strutture e trattamento mezza pensione
– Servizio guida e assistenza sui percorsi
– Trasporto bagagli
– Servizio fotografico
Tutti i servizi non elencati nel programma sono considerati extra.